Chiara Stentarelli - 27-03-2004
Quel sabato e quella domenica in Piazza a Carpi con ScuolaFutura
Io così lontana dalle questioni sociali; io che, da brava studentessa di medicina, me ne sto placida nel mio “pensatoio clinico”, ogni tanto mi faccio sorprendere da un senso civico mai completamente sopito ed allora metto i pesi alla mia mongolfiera e mi calo di nuovo sulla terra: o meglio, a terra in un gazebo! Un bel gazebo. Bianco. Gonfio d’aria e di luce. Un’ampolla bianca al lato di una piazza brulicante di gente: di tanti bambini, di tante famiglie. Un gazebo limpido ed essenziale come l’umile esempio di democrazia che offriva a chi si trovasse a passare sabato e domenica per Piazza Martiri.
Sabato e domenica da mattina a sera, star lì fino a quando anche i bar cominciano ad abbassare le rumorose saracinesche. Si parte la mattina presto alle otto, i turni sono tutti stabiliti all’interno dello staff di ScuolaFutura. L’organizzazione guarda un po’ funziona! La passione e la dedizione sono quelle di fanatici rockettari al loro primo concerto importante o quello di missionari nella loro terra di missione. Nel gazebo la dimestichezza con bambini e “grandi” ha il sapore di una vita vissuta nella e per la scuola.
Sì, perché ScuolaFutura non è formata da manager votati alla logica dell’ ”ottimizzazione delle risorse a tutti i costi”, ma piuttosto da studenti, professori, maestri e maestre che, con l’autenticità e la franchezza tipiche del dono, spendono le proprie risorse umane per rinforzare nelle mille e mille coscienze di questa città l’aspirazione ad una Scuola Pubblica per tutti salda, forte, di qualità.
All’ombra del gazebo c’è il settore dei volantini: bisogna prendere un foglio rosa, uno bianco, uno azzurro, assemblarli in un unico blocchetto ed ecco che i depliant informativi sulla riforma Moratti si fabbricano uno dietro l’altro, per essere poi distribuiti persona a persona in piazza o direttamente alla postazione. C’è l’angolo delle firme per il ritiro del decreto. Ci sono le bandiere “Moratti bocciata” da esporre ai balconi. C’è l’angolo spensierato dei palloncini, quello più allegro perché lì si accalcano e formicolano i bimbi.
>>> continua...
Io così lontana dalle questioni sociali; io che, da brava studentessa di medicina, me ne sto placida nel mio “pensatoio clinico”, ogni tanto mi faccio sorprendere da un senso civico mai completamente sopito ed allora metto i pesi alla mia mongolfiera e mi calo di nuovo sulla terra: o meglio, a terra in un gazebo! Un bel gazebo. Bianco. Gonfio d’aria e di luce. Un’ampolla bianca al lato di una piazza brulicante di gente: di tanti bambini, di tante famiglie. Un gazebo limpido ed essenziale come l’umile esempio di democrazia che offriva a chi si trovasse a passare sabato e domenica per Piazza Martiri.
Sabato e domenica da mattina a sera, star lì fino a quando anche i bar cominciano ad abbassare le rumorose saracinesche. Si parte la mattina presto alle otto, i turni sono tutti stabiliti all’interno dello staff di ScuolaFutura. L’organizzazione guarda un po’ funziona! La passione e la dedizione sono quelle di fanatici rockettari al loro primo concerto importante o quello di missionari nella loro terra di missione. Nel gazebo la dimestichezza con bambini e “grandi” ha il sapore di una vita vissuta nella e per la scuola.
Sì, perché ScuolaFutura non è formata da manager votati alla logica dell’ ”ottimizzazione delle risorse a tutti i costi”, ma piuttosto da studenti, professori, maestri e maestre che, con l’autenticità e la franchezza tipiche del dono, spendono le proprie risorse umane per rinforzare nelle mille e mille coscienze di questa città l’aspirazione ad una Scuola Pubblica per tutti salda, forte, di qualità.
All’ombra del gazebo c’è il settore dei volantini: bisogna prendere un foglio rosa, uno bianco, uno azzurro, assemblarli in un unico blocchetto ed ecco che i depliant informativi sulla riforma Moratti si fabbricano uno dietro l’altro, per essere poi distribuiti persona a persona in piazza o direttamente alla postazione. C’è l’angolo delle firme per il ritiro del decreto. Ci sono le bandiere “Moratti bocciata” da esporre ai balconi. C’è l’angolo spensierato dei palloncini, quello più allegro perché lì si accalcano e formicolano i bimbi.
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